Il rapporto tra il tutor e la scuola

Il ruolo del Tutor consiste nell’individualizzare e personalizzare lo studio in modo differenziato per ciascuno, secondo il proprio stile di apprendimento.

Il tutor nel suo lavoro entra in relazione con le persone e i suoi interlocutori possono essere spesso demotivati, spaventati e scettici. Questi atteggiamenti possono derivare dal problema comunicativo, dalla mancanza di chiarezza. I problemi comunicativi possono portare i ragazzi con disturbi specifici di apprendimento ad entrare in conflitto con la scuola o con la famiglia.

Il lavoro del tutor è quello di riuscire a mettere in comunicazione con un linguaggio comune i due mondi della scuola e del ragazzo. Le situazioni di incomprensione più frequenti sono:

  • Tra scuola e famiglia dovute ad una mancanza di alleanza nell’individuare i problemi principali dei ragazzi DSA e gli interventi possibili.
  • Tra scuola e servizi che hanno bisogno di riuscire ad avere un linguaggio condiviso per l’intervento.
  • Tra insegnanti e studenti considerate come percezioni discordanti sulle richieste, sulle prestazioni e sull’utilizzo consentito degli strumenti.
  • Tra famiglia e studenti dovute alla mancanza di comprensione delle aspettative reciproche.

Il tutor deve cercare di trasmettere agli insegnati e alla famiglia che nel momento del conflitto, la principale attenzione finisce per non essere più rivolta al ragazzo.  Nella relazione uno a uno con il ragazzo il tutor deve mediare il più possibile i conflitti e lavorare per riuscire a far instaurare un rapporto di squadra con chi ha in carico il ragazzo.

Il tutor deve essere un buon mediatore e interlocutore per individuare un canale relazionale con la famiglia e con la scuola.

Il tutor può collaborare con la scuola nella pianificazione dell’intervento in situazioni di difficoltà e le risorse da utilizzare possono essere:

  • Farsi un’idea della scuola frequentata dal ragazzo attraverso una esplorazione del sito istituzionale;
  • Instaurare e mantenere il dialogo attraverso colloqui con i docenti, il referente per i DSA, in occasione del Pdp e non solo;
  • Rendersi alleato della scuola e del ragazzo;
  • Mettere la propria professionalità al servizio anche dei bisogni dei docenti;
  • Farsi dire dal docente cosa deve fare lo studente perché è il docente che stila gli obiettivi della classe.
  • Stabilire canali di comunicazione per scambi di materiale.

La visione del tutor e quella del docente si integrano a vicenda. Una modalità di lavoro del tutor potrebbe essere la seguente:

  • Analisi e definizione del problema;
  • Aiutare il ragazzo a verbalizzare bisogni e criticità;
  • Condividere con i docenti le prime impressioni;
  • Appuntare le necessità esternate dallo studente;
  • Parlare con i genitori perché abbiano idee precise su cosa sta funzionando e cosa non va.

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2 risposte su “Il rapporto tra il tutor e la scuola”

Giovanna ha detto:

È molto importante leggere e approfondire queste mappe e questi argomenti soprattutto da non addetti proprio x conoscere queste problematiche che sono dai più isconosciute

Silvia ha detto:

Grazie Giovanna il nostro obiettivo è proprio quello di far conoscere il più possibile queste difficoltà e fare chiarezza per poterle fronteggiare.

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